L’isolamento per un’edilizia ospedaliera sostenibile

L’intervento al Complesso Chirurgico Asclepios III – Policlinico di Bari, ad opera della Cobar S.p.A., prevede la realizzazione del Nuovo Complesso Chirurgico e dell’Emergenza sul sedime occupato attualmente da due manufatti edilizi, ovvero i reparti di Psichiatria e di Fisiopatologia Respiratoria, di cui è prevista la demolizione totale, con un recupero di volumetria globale pari a 15.160 mc, e da un’area attrezzata a verde con consistenza pari a circa 3.000 mq.
Il committente dell’opera è l’Azienda Ospedaliera Universitaria Consorziale Policlinico di Bari.
Il team di progettazione è costituito dalla Steam S.r.l., a cui è affidato il ruolo di capogruppo, coordinamento ed integrazione prestazioni specialistiche, co-progettazione architettonica, progettazione impiantistica, impatto ambientale, prevenzione incendi, direzione lavori e direzione operativa edili ed impianti. Allo studio spagnolo di Pinearq SL (arch. De Pineda) è affidata invece la co-progettazione architettonica e la direzione artistica; al Prof. Ing. Pietro Antonio D’Ambrosio, infine, è affidata la progettazione strutturale.
L’importo Complessivo delle Opere ammonta a € 47.200.000,00.
Il nuovo fabbricato, denominato Asclepios III, si pone all’interno dell’area del Policlinico secondo l’orientamento creato dalla posizione planimetrica degli edifici denominati Asclepios I e II, con i quali cerca una unificazione formale, collocandosi inoltre in allineamento perpendicolare con l’edificio dedicato alle ricerche biomediche e con il quale conclude il quadrante urbano interno all’area del Policlinico.


Schema planimetrico dell’area del Policlinico con il nuovo fabbricato Asclepios III

Con questa organizzazione urbana si riesce ad ottenere una piazza aperta, ma al coperto, che permette la circolazione pedonale delle persone, creando piacevoli spazi di attraversamento e di sosta per i fruitori futuri delle strutture che vi si affacciano.
Il nuovo manufatto, in pianta, é organizzato secondo 8 livelli, costituiti da un piano interrato di ampia superficie e da un piano terra ed un piano primo di dimensioni più contenute rispetto alle superfici contenute nel volume che ospita i cinque piani soprastanti.
Il piano terra ed il piano primo occupano due volumi separati fisicamente che, nell’attacco a terra, fungono da basamento all’edificio soprastante “a ponte” che ospita al suo interno spazi organizzati secondo lo schema planimetrico del corpo quintuplo in cui le degenze, gli spazi complementari ad esse e le attività dipartimentali sono distribuiti lungo gli affacci esterni, mentre gli spazi di servizio (quali i blocchi per il trasporto verticale ed i vani dedicati all’impiantistica) sono disposti lungo le campate centrali.

I sistemi di trasporto verticale sono distinti secondo la tipologia di utilizzo: visitatori, pazienti e medici, materiale sporco e materiale pulito e/o sterile.
Gli ascensori per il pubblico sono stati posti di fronte all’ampia vetrata che guarda ad est e che illumina le zone di attesa per i visitatori esterni su ogni piano, e che in prospetto, rende architettonicamente evidenti i due blocchi volumetrici longitudinali che ospitano i reparti di degenza, divisi in due a seconda che si tratti di dipartimenti universitari od ospedalieri.
Nella zona centrale del fabbricato sono stati ricavati inoltre due chiostri vetrati che tagliano verticalmente tutto il fabbricato, con la funzione di illuminare le aree interne che vi si affacciano. Al piano interrato il progetto prevede l’inserimento di due ampie zone dedicate ai locali tecnici destinati alle apparecchiature impiantistiche, sia meccaniche che elettriche, necessarie per garantire le dotazioni ed il comfort climatico all’interno della struttura.
Sono inoltre presenti sul fronte nord ed est ampi chiostri interrati, esterni alla sagoma, pavimentati ed arredati con aree verdi ed essenze arboree, che renderanno questo livello permeabile alla luce naturale in alcune zone, garantendo un maggiore comfort agli ambienti che vi si affacciano, soprattutto nella parte dedicata agli spogliatoi per il personale.
Sempre in questo livello sono stati organizzati due percorsi perpendicolari al fabbricato di progetto, il primo che si innesta perpendicolarmente nel fabbricato ospitante le “Biomediche” attraverso cui è possibile raggiungere e mettere in comunicazione il piano con i blocchi di risalita che conducono al Pronto Soccorso e ad altre attività del Policlinico. Il secondo connettivo assicura il collegamento del Blocco di Radiologia con Asclepios I, che amplia così gli spazi destinati a queste attività già esistenti in quest’ultimo.
Anche sul grande percorso interrato, che conduce al Blocco di Radiologia, si aprono diversi patii e vani che rendono la struttura permeabile alla luce naturale.
I posti letto complessivamente ottenuti sono quantificabili in 189 unità; anche se, scorporando le aree di degenza al piano quinto, al momento si possono dire ridotti a 141 unità.
Uno degli aspetti da valutare sempre con grande attenzione nella realizzazione dei fabbricati pubblici è rappresentato dalla qualità dei materiali e dalla loro manutenibilità: è noto infatti, come una volta terminato un edificio pubblico, la manutenzione (soprattutto delle parti esterne) risulti spesso carente. E’ comune infatti vedere fabbricati (anche di recente costruzione) con intonaci e coloriture deteriorati, serramenti in pessimo stato di manutenzione, infiltrazioni di umidità, muffe, etc. Si è quindi optato nell’investire sulla qualità dei materiali e sugli isolamenti, così da garantire una buona durabilità nel tempo e condizioni ottimali sotto il profilo dell’igiene e della salubrità dell’edificio.
Le considerazioni sulla qualità dei materiali non si sono fermate alla sola valutazione della durabilità. Si è infatti verificata la loro affidabilità e sicurezza anche in caso di incendio.
Gli obiettivi da perseguire nel progetto sono stati fin dall’inizio indirizzati alla realizzazione di una sobria composizione formale capace di integrare grandi superfici trasparenti, elevati valori di isolamento termico, controllo dell’irraggiamento e della protezione solare.
Il fabbricato sarà realizzato con strutture che andranno a costituire un telaio in cemento armato; per le facciate si sono studiate soluzioni diverse, a seconda dell’esposizione del fabbricato: i muri di tamponamento, su tutti i lati saranno realizzati con murature composite in laterizio ed una contro parete interna in lastre di cartongesso con interposto isolante termico e acustico in lana minerale Ursa Terra 76R.


Cantiere del fabbricato Asclepios III – applicazione dell’isolante sulle facciate

Le pareti si differenziano rispetto alla tecnologia usata per il loro rivestimento. I lati sud, est ed ovest saranno infatti rivestiti perimetralmente, e a partire dal secondo piano fino alla sommità del fabbricato, con una facciata ventilata composta da una struttura in alluminio con interposto l’isolante termico ed acustico in lana di vetro Ursa Glasswool FDP3/Vr con conducibilità termica di 0,034 W/mK, rivestito con velo vetro idrorepellente nero retinato su di una superficie. La colorazione scura permette di non vedere il pannello isolante anche optando per rivestimenti di facciata a giunto aperto.
L’inserimento di una camera d’aria ventilata tra l’isolante e l’elemento di finitura esterna consente di ridurre al minimo il surriscaldamento d’estate, facilitando la traspirazione della facciata, senza rischi di condense interstiziali.


Cantiere del fabbricato Asclepios III – veduta generale

Proprio la presenza del camino di ventilazione, in caso d’incendio, potrebbe propagare le fiamme in facciata. Per questo si consiglia di impiegare i prodotti in lana di vetro o in lana minerale incombustibili.
Grazie all’origine minerale inorganica delle materie prime (principalmente sabbia e altri minerali) il carattere della lana di vetro Ursa Glasswool FDP 3/Vr è incombustibile e con classificazione A1 secondo le Euroclassi (EN 13501-1 norma attuale, in vigore da maggio del 2003).
Il paramento esterno sarà realizzato in gres fine porcellanato di qualità superiore, omogeneo in tutto spessore. Si tratta di lastre di granito ceramico di dimensioni pari a 60×120 cm montate a giunti sfalsati, compatte nella massa.


Cantiere del fabbricato Asclepios III – applicazione del rivestimento in gres sulle facciate

Anche per i fronti est ed ovest sono stati utilizzati i medesimi criteri sin qui descritti per le murature di tamponamento: la parete ventilata in lastre di gres, le specchiature vetrate ed i sistemi frangisole. Sulla testata est è presente, a chiusura dei piani secondo, terzo, quarto, quinto e sesto, una parete realizzata in curtain wall di grandi dimensioni, protetta contro l’irraggiamento da un frangisole in doghe di legno verticali con le stesse caratteristiche sopradescritte.
In copertura, per ottimizzare il comfort all’interno del fabbricato, verrà realizzato un giardino pensile piantumato con erba e composto di diverse stratigrafie, colturali, isolanti ed impermeabilizzanti, oltre ad essere accessoriato con un idoneo impianto di irrigazione a goccia che permetterà di mantenere sempre verde il sistema vegetale di superficie.
Escludendo le pareti in cemento armato con funzione strutturale, tutte le partizioni interne alla struttura sono realizzate con pareti in cartongesso ad orditura singola, doppia e tripla, con interposto isolante termo acustico in lana minerale Ursa Terra 76R e saranno del tipo normale, in classe 0 o REI 120 a seconda dell’uso e del tipo di ambiente.

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